La presa in carico di un soggetto in età evolutiva richiede sempre una qualche forma di coinvolgimento o trattamento anche dei genitori o, comunque, delle figure di accudimento.
I criteri per la scelta dell’intervento più efficace non sono sempre definibili in modo chiaro e preciso e ciò a causa di diverse ragioni.
In primo luogo bisogna considerare che, oltre la dimensione biologica, il genitore esercita il parenting, ovvero quell’insieme di comportamenti che attiene alle capacità di proteggere il bambino e sostenerne lo sviluppo.
Riteniamo utile intervenire sui genitori, o comunque sulle figure di accudimento, per promuovere un miglioramento dello stile di parenting e far sì che il bambino (o adolescente) ne tragga vantaggio per affrontare la sua sofferenza
Aiutando i genitori a riconoscere i propri schemi mediante lo sviluppo delle capacità di autoriflessività e di decentramento e, laddove sia necessario, a modificarli attraverso un’abilità di mastery accresciuta, diventeranno più responsivi nella cura. L’intervento con i genitori, infatti, ha lo scopo di facilitare la messa in atto di soluzioni più flessibili e facilitanti lo sviluppo e dunque modificare le modalità disfunzionali che tendono a perpetuare ed esacerbare le condotte problematiche del figlio, interrompendo i circoli viziosi di mantenimento della psicopatologia.
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